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La vastità dell’impero finanziario di Michele Sindona si rivelò appieno soltanto quando esso crollò. La rovina dell’uomo che alcuni giornali avevano definito “il finanziere italiano di maggior successo e anche il più temuto” e altri “uno dei più geniali uomini d’affari del mondo” suscitò una violenta bufera che scosse le fondamenta della finanza internazionale. Così Sindona divenne “l’imbroglione siciliano che per poco non faceva fallire anche la chiesa”.Ma vediamo di analizzare chi era Sindona partendo dal paese che gli aveva dato i natali: Patti: Nacque l’8 maggio del 1920 e gli furono dati i nomi dei due nonni, Michele Sindona ed Eugenio Castelnuovo infatti il suo nome completo è: Michele Eugenio Ais e fu
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Andrea Luigi Giardina nacque a Patti il 28 novembre 1875 da Giuseppe, ufficiale forestale e Caterina Rao. A Cefalù paese natale della madre, trascorse la sua infanzia, a Palermo seguì gli studi tecnici che integrò, curando da solo la sua preparazione umanistica, con lo studio del latino e del greco, che lo indusse poi a frequentare con passione anche ai corsi della facoltà di Lettere. Ma la sua grande passione erano le scienze naturali, conseguì la laurea in Scienze Biologiche a Palermo il 30 luglio 1897.
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Vittorio Scaffidi nacque a Patti il 20/08/1877 da Basilio, notaio e Bartolomea Siracusa. Terzo di nove figli fu chiamato “Vittorio” come il nonno materno dal quale ereditò anche la passione per la medicina; infatti Vittorio Siracusa era “medico fisico” come risulta dall’atti di nascita di Bartolomea. Nato perciò in una famiglia benestante il giovane si dedicò agli studi con risultati eccellenti. Laureatosi in Medicina e Chirurgia nel luglio del 1901 nell’Università di Roma, esercitò dal 1907 la libera docenza di Patologia generale presso l’università di Napoli. Nel novembre del 1914 egli fu nominato direttore dell’ Istituto di Patologia generale della R. Università di Palermo;
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Scegliere un solo personaggio della famiglia Sciacca non è possibile; si rischierebbe di fare un torto agli altri. Così ho pensato di fare una panoramica su una delle famiglie più antiche e nobili di Patti.Un barone don Crisostanam Sciacca fu Giurato in Patti nel 1799 e acquistò il feudo di Vigliatore di cui fu investito suo figlio Emanuele; due figli di Crisostomo e della baronessa Paola Baratta (nata in Ucria nel 1749 e deceduta in Patti nel 1824), dr. Don Gaetano e Giambattista sono citati negli atti giuridici del 1806, Giambattista diviene Capitano di Giustizia nell’anno 1811-12 mentre l’altro figlio, il barone
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Nacque a Patti il 25 febbraio 1777 da Girolamo (1748?-1825) e Marianna Bonsignore. Dei figli di questa coppia solo il primogenito Filippo contrasse matrimonio, gli altri: Francesco, Giuseppe, Luigi e Vincenzo erano sacerdoti e Nazzarena suora. Giuseppe fu educato nel seminario vescovile; nel quale, non ancora ordinato prete, tenne a concorso la cattedra di retorica finché nel 1812 ebbe nello stesso seminario l’insegnamento di filosofia insieme a quello di fisica e matematica. Fu eletto parroco e canonico della cattedrale, fu anche Priore e Vicario Generale di Monsignor Nicolò Gatto. L’Accordino si tenne in corrispondenza con Pasquale Galluppi, illustre filosofo, con Scina, da lui particolarmente ammirato nel campo delle scienze fisico-matematiche e con altri dotti del tempo. Eclettico, tentò di temperare le tradizioni dell’empirismo classico inglese e del sensismo francese alla luce delle esigenze della sua profonda fede cattolica. Negli “Elementi di filosofia” nati dai corsi nel seminario di Patti, si propose di trattare delle facoltà intellettuali nelle tre sezioni dell’Ideologia, della Grammatica Generale e della Logica, mentre una seconda parte avrebbe dovuto trattare delle Facoltà Morali, studiando successivamente, la sfera dei bisogni, la sfera della libertà e dei doveri, la sfera dei rapporti civili e sociali.