Nel libro Rosso sono trascritti importanti documenti e sono inseriti diversi carteggi. La raccolta è aperta da una pergamena raffigurante lo stemma municipale. Il manoscritto cominciò ad essere compilato nel 1561 perché gli amministratori di allora si curarono di conservare gli originali o di far fare le copie dei privilegi, concessioni, capitoli, consuetudini, giuramenti dei vescovi, sentenze, titoli, statuti etc. che interessavano la città. Ci sono copie e originali, parte in latino e parte in volgare dei tempi, parte in spagnolo. Il più antico documento trascritto in copia è un privilegio del re Ruggero alla città di Messina, datato 5 maggio 1129, segue altro documento in copia di re Giacomo in favore di Messina del 15 dicembre 1283 etc. A partire dal foglio 114 v (1538), fino al foglio 143 v (1547), si può leggere la storia degli avvenimenti che portano all’occupazione e distruzione di Patti, da parte del pirata Dragut, luogotenente di Ariadeno Barbarossa. A partire dal foglio 102 r e seguenti vi è il ruolo dei censi cittadini (1580) da pagare all’ università e la disposizione del tesoriere, Francesco De Barbaro, di riscuotere il denaro. Segue un elenco completo con i nomi e le proprietà per cui si doveva pagare l’importo in tarì o in grani. Nel foglio 172 r sono registrate le spese in onze 400 per “sistemare e rimediare le mura di essa città che sono aperte e minacciano rovina” (1587 Poi i giuramenti di osservanza dei privilegi cittadini che i vescovi dovevano fare nelle mani dei Giurati. Nel 1602 il vicerè Lorenzo Suarez Figueroa impone lo stipendio di due onze al mese per l’artigliere della torre della marina (foglio 189 r) e così via. Si contano 233 pagine manoscritte e numerate, ci sono anche allegate due lettere originali: la lettera indirizzata da Garibaldi al Sindaco il 18 gennaio 1862, in cui ringrazia per l’accoglienza avuta a Patti ( che non c’entra con il Libro Rosso, ma che è lì inserita per essere ben custodita) e un’altra del re Vittorio Amedeo di Savoia, scritta il 17 novembre 1713 ai giurati per ringraziarli “ dei sensi di giubilo e di zelo” che gli erano stati presentati nell’occasione della sua incoronazione a Palermo. L’ultimo documento raccolto porta la data del 12 ottobre 1781. La copia tradotta del Libro Rosso si trova in biblioteca è un lavoro fatto da Nunzio Baragona. Chiaramente uno studioso non consulta mai una traduzione perché la fa da sé leggendo un documento senza doversi fidare delle altrui interpretazioni, ma questo lavoro è molto utile per chi vuole farsi un’idea e capire cosa contiene quel libro tanto antico.