Fuori le mura, verso oriente, nel luogo detto di “S. Antonino”, esisteva da tempo antichissimo una chiesetta dedicata a S. Antonio da Padova; ricostruita e ampliata, fu riaperta al culto l’8 maggio 1624. Nella relazione del D’Amico, del 1666, si legge che questo convento è ridotto male e in esso vivono pochissimi religiosi. A causa del terreno franoso e di infiltrazioni d’acqua subì vari restauri, fino al 1825, quando cadde nuovamente in rovina e fu abbandonato; si conservò solo la chiesa, adibita come pubblica sepoltura, ma anche questa nel 1884 fu chiusa al culto perché pericolante. Nel 1887, il cappuccino P. Michele Stancampiano da Montagnareale chiese ed ottenne dal vescovo Giuseppe Maragioglio (cappuccino) il permesso di costruire un nuovo convento annesso a quella chiesetta. Accanto ad essa c’era un locale, utilizzato come deposito, che il proprietario donò per ampliare la nuova fabbrica; per lo stesso scopo fu acquistata una casa attaccata alla sacrestia. L’11 settembre 1890 venne benedetto il nuovo convento. Attualmente le fabbriche sono nuovamente in cattivo stato nonostante i lavori di consolidamento effettuati nel 1991. All’interno della chiesa, statue di S. Biagio, di S. Antonio di Padova, di S. Francesco, del beato Felice, della madonna del Rosario. Sul primo altare di sinistra, c’è un interessante crocifisso ligneo del XVIII secolo. Nella sacrestia, statue di S. Apollonia, S. Calogero e dei santi Cosma e Damiano.