Forse si parla spesso di Patti e poco della storia della sua Marina. Eppure essa è stata il cuore pulsante dell’economia del paese. A Marina oltre alla scontata presenza dei pescatori, esistevano due importanti mulini a vapore che macinavano il grano proveniente da altre regioni e specialmente dalla puglia e due pastifici, una filanda a vapore che produceva seta. Ben tredici “stazzuni” lavoravano l’argilla e incrementavano la produzione di pentole dando lavoro a un migliaio di lavoratori… si esportava in tutti i paesi del mediterraneo e, in particolare in Libia in Egitto. Le prime fabbriche erano nella valle “dei Cosentini” l’attuale piano di San Nicolò, ma poi per comodità si trasferirono alla Marina perché era più comodo produrre nello stesso luogo dove si imbarcavano le ceramiche. Un vecchio detto dice“Ava ‘essiri di Patti la pignata per fare la minestra sapurita” Purtroppo è bastata una sola generazione a cancellare il ricordo di attività durate secoli. Ma i “marinoti testa i crita” mantengono ancora oggi orgogliosamente la loro identità. Chi nasce marinoto ci rimane a vita…
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