Secondo un’antichissima tradizione orale Santa Febronia visse agli inizi del IV secolo d.C. e subì il martirio sotto l’imperatore Diocleziano. Pur appartenendo ad una famigli agiata di origine pagana, conobbe la fede cristiana e fu battezzata dal vescovo S: Agatone ad una fonte divenuta poi miracolosa, situata in una località detta per questo “Acqua Santa”. La giovane Febronia abbandonato il paganesimo, si consacrò a Cristo Gesù facendo voto di verginità e, a causa di questa scelta, dovette subire angherie di ogni genere da parte del padre, che già aveva in serbo per lei altri progetti di vita. Per sfuggire infine alla collera paterna si nascose presso le grotte in località Mongiove. Ma il padre, scopertone il rifugio, la raggiunse e, accecato dall’odio per la fede cristiana, la uccise gettandone il corpo in balia delle onde. Il corpo della giovane martire, trasportato prodigiosamente dal mare, fu rinvenuto da una lavandaia sulla spiaggia di Minori, località marinara della costiera Amalfitana. Da qui la devozione verso la nostra Santa si diffuse rapidamente fra gli abitanti della regione che, per quanto l’abbiano chiamata Trofimena a causa di alterne vicende storiche, ne hanno sempre affermato il legame con la nostra città. Patti, che custodisce in un’artistica urna argentea, conservata in Cattedrale, alcune reliquie della Santa Concittadina, donate in varie circostanze dai minoresi, venera come patrona S. Febronia alla quale ha più volte attribuito intercessione in circostanze drammatiche. Tra queste ricordiamo la liberazione dalla peste (XVI sec.) e il miracolo delle campane della chiesetta dei Pòllini che suonarono, mentre la chiesa era chiusa, per avvisare i pattesi dell’arrivo di Ascanio Ansalone (1656), che voleva prendere possesso della città, e la protezione della popolazione in occasione dei violenti terremoti del 1693, 1908 e 1978. La festa liturgica è il 5 luglio, ma si festeggia l’ultima domenica di luglio.